La figura del Temporary Export Manager (TEM), riconosciuta dal MISE export, rappresenta una delle leve più innovative per l’internazionalizzazione delle PMI italiane. A differenza dell’agente di commercio, il TEM non lavora a provvigione, ma costruisce mercati, strategie e relazioni di lungo periodo, riducendo i rischi e accrescendo la competitività. Negli anni, questa professione si è evoluta nell’Innovation & Sustainability Export Manager, capace di integrare sostenibilità, digitalizzazione e governance nei processi di export. Comprendere il valore del TEM significa adottare una nuova cultura manageriale, indispensabile per il futuro del Made in Italy sui mercati globali.
- Introduzione: il nodo dell’internazionalizzazione
L’Italia è oggi tra i primi dieci Paesi esportatori al mondo, eppure le nostre PMI italiane faticano ad affrontare i mercati globali con continuità. Molte aziende vivono l’internazionalizzazione come un evento occasionale: una fiera, un contatto fortuito, un ordine raccolto tramite un agente di commercio. Questo approccio frammentario non consente di costruire posizionamento, margini solidi né relazioni stabili.
Per colmare questa lacuna culturale e manageriale, il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha introdotto e riconosciuto ufficialmente la figura del Temporary Export Manager (TEM). Si tratta di un export manager Italia qualificato, che opera con un mandato temporaneo ma strategico: affiancare l’impresa nel disegno e nell’attuazione di un piano strutturato di internazionalizzazione PMI.
- La nascita e il riconoscimento del TEM da parte del MISE
Il Temporary Export Manager (TEM) nasce come risposta concreta a una necessità storica delle PMI italiane: competere sui mercati internazionali senza avere, al proprio interno, un export manager strutturato a tempo indeterminato.
Il MISE export ha compreso già nei primi anni 2010 che senza una figura manageriale riconosciuta, l’internazionalizzazione PMI rischiava di rimanere episodica. Per questo motivo ha introdotto i primi strumenti di sostegno, noti come voucher TEM, destinati a cofinanziare l’inserimento di professionisti qualificati direttamente nelle imprese.
Il percorso normativo ha reso il TEM parte integrante delle politiche industriali italiane:
- con i voucher TEM 2015–2018, il MISE ha sostenuto migliaia di PMI nell’avvio dei loro primi progetti di export;
- con i successivi strumenti SIMEST, il TEM è stato riconosciuto come figura centrale nei progetti di transizione digitale e internazionale;
- oggi, la presenza di un export manager Italia certificato è spesso requisito obbligatorio nei programmi regionali e nazionali di internazionalizzazione.
Il riconoscimento del MISE ha reso il Temporary Export Manager non un semplice consulente, ma un manager certificato a tutti gli effetti, ponte tra le PMI e i mercati globali.
- La confusione ancora attuale: TEM ≠ agente di commercio
Nonostante il riconoscimento istituzionale del MISE export, ancora oggi molte imprese italiane faticano a comprendere la vera natura del Temporary Export Manager (TEM). Il fraintendimento più diffuso è quello di assimilare il TEM a un agente di commercio, cioè a un venditore esterno che lavora esclusivamente a provvigione.
Questa visione riduttiva rischia di svilire l’intera funzione dell’export manager Italia. Un agente “piazza prodotti” nel breve periodo e guadagna solo in base agli ordini. Il TEM, invece, è un manager certificato, inserito temporaneamente in azienda per costruire strategie di lungo periodo, rafforzare l’internazionalizzazione PMI e ridurre i rischi legati ai mercati esteri.
Pensare che il Temporary Export Manager debba essere retribuito solo a provvigione equivale a non riconoscere il suo ruolo manageriale. È come immaginare di pagare un architetto esclusivamente in base al numero di persone che entreranno in un edificio da lui progettato: un’assurdità che confonde l’attività strategica con la mera esecuzione commerciale.
La differenza è chiara: un agente vive di provvigioni; un Temporary Export Manager costruisce mercati, relazioni e posizionamento internazionale.
- Le funzioni reali di un Temporary Export Manager
Il Temporary Export Manager (TEM) non è un semplice intermediario, ma un export manager Italia che porta all’interno della PMI un approccio manageriale completo. Le sue attività non si limitano alla ricerca di clienti: riguardano la costruzione di un processo di internazionalizzazione PMI solido e misurabile.
Le funzioni principali di un Temporary Export Manager includono:
- Analisi di mercato e posizionamento
Studiare i mercati esteri, comprendere le dinamiche competitive, identificare i canali distributivi e stabilire le corrette politiche di prezzo. - Adeguamento normativo e tecnico
Supportare l’impresa nel rispetto delle normative locali, dalle certificazioni di qualità alle etichettature obbligatorie, evitando errori che potrebbero compromettere l’ingresso nei mercati target. - Costruzione della rete di relazioni
Attivare partnership con distributori, importatori, istituzioni e potenziali clienti, creando un ecosistema stabile per l’espansione internazionale. - Trasferimento di competenze all’interno dell’impresa
Formare il personale interno, introdurre strumenti digitali come CRM ed e-commerce B2B, rendendo l’azienda autonoma nel medio periodo. - Monitoraggio e consolidamento
Valutare i risultati raggiunti, correggere le strategie, consolidare i rapporti commerciali avviati.
Con queste funzioni, il Temporary Export Manager diventa un vero riduttore di rischio per l’impresa e un acceleratore di internazionalizzazione PMI, capace di trasformare opportunità potenziali in crescita strutturata.
- Esempi concreti e inediti di applicazione del Temporary Export Manager
Per comprendere meglio la portata strategica del Temporary Export Manager (TEM), è utile osservare alcuni scenari concreti. In ognuno di questi casi, il TEM diventa il fattore decisivo che trasforma un tentativo di vendita all’estero in un processo strutturato di internazionalizzazione PMI, coerente con le politiche di sostegno introdotte dal MISE export.
5.1. Prefabbricati per infrastrutture idriche
Un’impresa che produce manufatti in cemento può sembrare poco adatta ai mercati internazionali. Tuttavia, un Temporary Export Manager può:
- individuare Paesi con carenze infrastrutturali e piani governativi per acquedotti (es. Medio Oriente e Africa);
- adeguare la documentazione tecnica agli standard internazionali;
- facilitare l’inserimento in gare d’appalto internazionali;
- trasformare una PMI locale in un fornitore accreditato a livello globale.
In questo caso, il TEM agisce come export manager Italia in grado di intercettare opportunità dove l’imprenditore, da solo, non avrebbe visione né strumenti.
5.2. Serramenti su misura
Un produttore di serramenti personalizzati può crescere all’estero solo se guidato da un TEM che sappia:
- selezionare mercati con incentivi alla riqualificazione edilizia (es. Germania, Francia);
- garantire la conformità alle norme energetiche e di sicurezza;
- creare partnership con studi di architettura e imprese di costruzione.
Qui il Temporary Export Manager traduce la qualità artigianale italiana in un percorso di internazionalizzazione PMI strutturato, con vantaggi competitivi reali.
5.3. Agroalimentare innovativo
Un pastificio artigianale rischia di disperdere tempo ed energie mandando campioni a distributori esteri senza criterio. Con un TEM:
- si analizzano i trend locali (es. domanda di pasta proteica negli Stati Uniti);
- si adatta il packaging alle normative FDA;
- si costruiscono rapporti diretti con catene di distribuzione specializzate.
In questo caso, il Temporary Export Manager non cerca ordini occasionali, ma posizionamento strategico: un obiettivo coerente con la missione del MISE export.
5.4. Servizi di trasporto sostenibile
Un’impresa di logistica con centinaia di camion vuole entrare nei mercati del Golfo. Senza un TEM rischierebbe di presentarsi come semplice fornitore. Con un Temporary Export Manager, invece:
- individua incentivi per flotte a basse emissioni,
- intercetta i programmi governativi legati alla Vision 2030 in Arabia Saudita,
- propone l’impresa come partner strategico per progetti di mobilità sostenibile.
L’intervento del TEM diventa così un fattore chiave di innovazione e sostenibilità, trasformando l’impresa in protagonista della transizione ecologica internazionale.
Questi esempi dimostrano che il Temporary Export Manager è molto più di un venditore: è un manager certificato che traduce le potenzialità del Made in Italy in percorsi concreti di crescita e internazionalizzazione PMI.
- Il Temporary Export Manager come riduttore di rischio
Uno dei principali contributi del Temporary Export Manager (TEM) alle PMI italiane è la sua funzione di riduttore di rischio. L’internazionalizzazione PMI, infatti, non è mai un percorso lineare: ogni nuovo mercato presenta incognite normative, barriere culturali, requisiti tecnici e costi nascosti.
Un imprenditore che decide di affrontare da solo i mercati esteri rischia di:
- investire in fiere senza ritorni concreti;
- incorrere in errori di conformità doganale o certificativa;
- selezionare distributori poco affidabili;
- sottovalutare i costi logistici e finanziari.
Il Temporary Export Manager, invece, riduce drasticamente questi rischi perché:
- seleziona mercati target sostenibili sulla base di analisi di dati;
- anticipa le criticità normative e tecniche, evitando blocchi o sanzioni;
- guida l’impresa nella negoziazione di accordi solidi e duraturi;
- trasforma gli investimenti in leve di crescita e non in spese a perdere.
Ecco perché il MISE export ha reso il TEM figura chiave nei programmi di sostegno: il suo ruolo non è condividere il rischio d’impresa, ma mitigarlo e renderlo governabile.
In questa prospettiva, l’export manager Italia non è un costo, ma un assicuratore strategico: un professionista che traduce le risorse investite dall’imprenditore in un piano di internazionalizzazione realmente sostenibile.
- L’evoluzione della professione: da export a sostenibilità e innovazione
La professione del Temporary Export Manager (TEM), riconosciuta dal MISE export, non è rimasta ferma al suo ruolo originario di facilitatore dei processi di internazionalizzazione PMI. Negli ultimi anni, il contesto globale ha reso necessario un ampliamento delle competenze: oggi il TEM deve essere anche un Innovation & Sustainability Export Manager.
Le imprese che vogliono competere all’estero non devono più solo vendere un prodotto, ma dimostrare di rispettare criteri di sostenibilità, digitalizzazione e governance. Questo significa che il Temporary Export Manager deve saper integrare nei processi di export anche:
- le normative europee ed internazionali legate alla sostenibilità ESG e alla CSRD;
- i nuovi strumenti digitali, come CRM, piattaforme B2B, blockchain e digital twin, per presidiare i mercati internazionali con efficienza;
- le opportunità di finanza agevolata che prevedono la figura dell’export manager Italia come requisito obbligatorio nei progetti di transizione verde e digitale.
Oggi, dunque, l’Innovation & Sustainability Export Manager rappresenta l’evoluzione naturale del TEM: un professionista che non solo apre mercati, ma costruisce modelli di business capaci di garantire competitività, reputazione e crescita duratura.
La figura del Temporary Export Manager è passata dall’essere un supporto tattico per le esportazioni al diventare un vero stratega di sviluppo internazionale, capace di accompagnare la PMI italiana lungo tutte le direttrici della trasformazione globale.
- Conclusioni: dalla diffidenza alla cultura manageriale
A oltre dieci anni dal riconoscimento da parte del MISE export, la figura del Temporary Export Manager (TEM) rimane ancora poco compresa da una parte significativa del tessuto imprenditoriale italiano. Troppi imprenditori associano ancora l’idea di export al modello del venditore a provvigione, senza cogliere la differenza tra un approccio commerciale occasionale e una vera strategia di internazionalizzazione PMI.
Il TEM non è un agente di commercio e non vive di provvigioni: è un export manager Italia qualificato, che porta in azienda competenze, metodi e relazioni indispensabili per crescere all’estero in maniera sostenibile. La sua funzione non è condividere il rischio dell’imprenditore, ma ridurlo e trasformarlo in opportunità.
Oggi, con l’evoluzione della professione verso l’Innovation & Sustainability Export Manager, il ruolo del TEM diventa ancora più cruciale: integrare sostenibilità, digitalizzazione e governance nei percorsi di internazionalizzazione, affinché le imprese italiane possano affrontare con successo la transizione ecologica e digitale richiesta dai mercati internazionali.
Riconoscere il valore del Temporary Export Manager significa compiere un passo decisivo verso una nuova cultura manageriale in Italia.
Non si tratta di un costo esterno, ma di un asset strategico, uno strumento con cui le PMI possono trasformare la propria vocazione artigianale e manifatturiera in posizionamento competitivo sui mercati globali.
Il futuro del Made in Italy non dipende solo dall’eccellenza dei prodotti, ma dalla capacità di costruire mercati e relazioni durature. Ed è proprio qui che il TEM, evoluto in Innovation & Sustainability Export Manager, dimostra di essere la figura chiave per garantire crescita, solidità e continuità internazionale alle imprese italiane.






